Barcellona, Milano, L’Aquila:
3 esposizioni in contemporanea e io….
quasi non mi rendo nemmeno conto di un altro sogno che si realizza.
A 16 anni mi innamoro dell’Arte grazie alla massiccia presenza di graffiti nella mia città natale, Sesto San Giovanni (MI).
A 23 anni mi trasferisco a Londra con l’idea di diventare un artista.
Ma fallisco miseramente.
Abbandono il mio sogno, e con esso un pezzo di vita.
Mi sento totalmente perso.
Ed entro in forte depressione.
Non ne uscirò per oltre 10 anni.
Passano gli anni, nascono i miei 3 figli.
Divento coach.
Mi trasferisco in Spagna con la mia famiglia.
Tutto va alla grande.
Ma finisco in ospedale per un problema al cervello.
Seduto in sala d’attesa per l’ennesimo test, mi chiedo se avessi vissuto la vita che davvero aspiravo a vivere.
E la risposta è NO.
Ho vissuto una vita ricca e piena, ma ho il rimpianto di non averci provato davvero con l’arte.
Quel momento ha cambiato tutto.
I giorni in ospedale hanno cambiato tutto.
Quel problema al cervello è stata la svolta.
Due anni dopo, Novembre 2024, i miei quadri sono esposti in contemporanea a Barcellona, Milano e L’Aquila.
Una personale, una collettiva con artisti di fama internazionale e un’esposizione parte di un progetto più ampio sull’effetto dei colori su salute, relazioni e comportamenti.
Tanta roba insomma!
Ma io quasi non me ne rendo conto.
Perché corro.
Corro troppo.
Neanche firmato un quadro sto già dipingendo il successivo.
Neanche iniziata un’esposizione sto già pianificando quella dopo.
Perché arrivare al traguardo è diventato un’ossessione.
Essere produttivo è diventato un’ossessione.
Non perdere tempo è diventato un’ossessione.
E allora sapete cosa vi dico?
Che tutti questi discorsi su produttività, impegno, lavoro duro… sono delle solenni stronzate.
Che senso ha produrre produrre produrre… se poi non ci fermiamo mai a goderci quello che creiamo?
Che senso ha correre di qua e di là, se poi ogni momento che viviamo si riduce solo al trampolino per il momento successivo?
La nostra società ci ha insegnato a essere produttivi, a volere sempre di più e a desiderare grandi risultati ma…
Forse chi ha fatto le regole si è dimenticato di dirci che la vita è anche fatta per godersi ogni momento.
Per assaporare la bellezza di ciò che creiamo, per farsi ammaliare dal potere di ciò che stiamo vivendo.
Quando ero in ospedale il mio più grande rimpianto era di non averci provato davvero con l’arte.
E quando arriverò alla fine del Cammino, comunque vada, quel rimpianto non ce l’avrò.
Ma non voglio avere il rimpianto di non aver goduto nulla di quello che ho creato.
Sarebbe uguale a non aver vissuto un solo giorno.
Come esseri umani, la nostra natura è per metà fisica e per metà spirituale, ma vivendo sul piano materiale è facile sbilanciarsi verso il raggiungimento di obiettivi materiali.
E va benissimo così!
Io non so perché le Anime si incarnino nei corpi, ma se un corpo ce l'abbiamo è anche per goderci tutto quello che un corpo può godersi, inclusi gli obiettivi che ci prefiggiamo.
Il problema nasce quando siamo così presi dal raggiungere i nostri obiettivi che ci dimentichiamo i motivi per i quali abbiamo iniziato, che sono al 99% motivi spirtuali.
Lasciare un segno del nostro passaggio, rendere questo mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato, esprimere a pieno quella che è la nostra vera natura... tutte cose ispirate dal nostro spirito appunto.
Ma quando non ci diamo il tempo di assaporare e goderci ciò che creiamo, il nostro spirito ne soffre e pian piano si contrae, e noi lo sentiamo sotto forma di passione che ci abbandona.
E, alla lunga, questo ci porta ad abbandonare i nostri sogni, e ad accontentarci di vivere una vita mediocre.
Come ho fatto io quando, a Londra, ho abbandonato l'arte.
Sembra un cliché, ma godersi il viaggio è l'unica cosa che dà davvero un senso alla nostra vita.
E per godersi il viaggio, a volte c'è proprio bisogno di rallentare.
Di fermarsi ed assaporare quel piccolo risultato, quel momento di gioia, quel passetto avanti.
Sapendo che il Cammino è fatto di piccoli passi, e che l'unica cosa di cui abbiamo certezza è il passo che stiamo vivendo, perché domani potremmo non avere più passi davanti a noi.
Non dimentichiamoci di celebrare ogni passo.
Non dimentichiamoci di celebrare la vita.
Sfida l’ordinario, abbraccia l’insolito. Sempre.
Emanuele
Sono Emanuele “Renton” Fortunati, ricercatore spirituale ed esoterico: l'arte è il laboratorio dove porto avanti i miei esperimenti.
Il mio scopo è rivelare le connessioni tra il mondo spirituale e quello materiale, perché credo che l'essenza di ogni Essere Umano si nasconda proprio al confine tra questi due mondi.
Ciò che mi muove è l'idea che in ognuno di noi esista un'identità grezza, libera da condizionamenti sociali e culturali, e che se ampliamo abbastanza la conoscenza di noi stessi e della realtà che ci circonda, possiamo finalmente essere liberi di abbracciare questa nostra vera identità. La nostra essenza appunto.
E, così, essere anche liberi di vivere secondo le nostre inclinazioni e creare il nostro personale e unico percorso di vita.
Negli anni mi sono reso conto che servono 2 "passi" per trovare la propria Essenza.
Il primo passo è quello di iniziare a disobbedire: abbandonare le regole sociali e i condizionamenti che ti impediscono di vivere secondo la tua vera natura.
Il secondo passo è quello di trovare propria Identità Spirituale: è l'unico modo per poter davvero risplendere, ed essere un faro anche per gli altri intorno a Te.
Ecco: se la mia arte ruota tutta attorno a questo secondo punto, queste pagine, invece, raccontano come io personalmente vivo sia la ricerca spirituale che la disobbedienza, con l'idea che queste condivisioni possano in qualche modo tornare utili anche a Te e al tuo Percorso.
Qui puoi trovare spunti di riflessione, testi che espandono i miei progetti artistici e il dietro le quinte delle mie opere e dei miei progetti. E anche un po' (tanta) di sana disobbedienza!